Punto: aprire la mente e chiudere con le stronzate di Costantino della Gherardesca

 

Come sopravvivere all’estate, soprattutto una come quella di quest’anno?
 Sfogliando qualcosa di ironico e beffardo ma realistico, (altamente) dissacrante senza mai essere offensivo, simpaticamente sopra le righe, per leggere di ciò che ci circonda e di come sopravvivergli.
  Questo è “Punto: aprire la mente e chiudere con le stronzate” primo libro di Costantino Della Gherardesca, edito dalla Rizzoli Lizard, pubblicato nel 2017.

Cinque capitoli, apparentemente dissociati dalla concezione in cui siamo abituati a vivere ogni giorno, attraverso i quali si capisce come sia più importante e necessario “Non seguire i tuoi sogni” e “Diffida(re) della semplicità”.
Scorrendo le pagine di questo libro ci si rende conto di quanto sia liberatorio “Non cercare consensi” riuscendo ad “Evita(re) la realtà”, perchè “Mentire è un atto civile”.
Le regole contenute in questo libro, esilarante parodia del manuale spirituale anni novanta ed attraverso il quale riusciamo a ritrovare consigli sul come vivere al meglio la nostra vita, servono a solcare una linea in piena controtendenza rispetto ai risaputi luoghi comuni e al conformismo dilagante che, grazie ai vari format social, si  sono impadroniti della nostra vita, diventando, grazie all’irriverente Costantino Della Gherardesca, proposte per uscire da un momento storico fatto di crisi economica e paura.

Un testo sfrontato e semplice al tempo stesso, capace di far materialmente riflettere su ciò che ci circonda quando riusciamo ad interpretarlo con attenzione, senza però mai perdere il sorriso e dimenticare quella capacità ironica che ognuno di noi dovrebbe avere sempre e praticare almeno una volta (al giorno) nella vita.

Tra aneddoti divertenti, sprazzi autobiografici, tanta (ma tantissima) autoironia, confessioni di sfrenata sincerità e divertentissimi ritratti di personalità intoccabili della cultura e della politica contemporanea italiana ed estera, le pagine colorate, doppie e consistenti, custodite in un cartonato di altri tempi, si fanno letteralmente cavalcare in un men che non si dica dall’inizio alla fine, godendo così dei capitoli ma soprattutto delle “Rotazioni rapide” (di cui non vi dirò altro per incrementare il vostro smisurato senso di curiosità).

Reso ancora più completo ed eccezionale dalle illustrazioni di Ciro Fanelli, questo libro sarebbe davvero da leggere in leggerezza e tranquillità se non fosse che di fondo, tra una risata e uno sberleffo, riesce a far intravedere delle amare verità che dovremmo tener sempre presenti.
Insomma, “una filosofia di vita in cinque punti per sbarazzarsi di tabù millenari e imparare ad amare senza imbarazzo le differenze, il progresso e – soprattutto – i soldi. Una satira feroce e paradossale, a metà strada tra il manifesto politico e il manuale di auto-aiuto, che segna l’esordio letterario di un autore spietato, in particolar modo con se stesso” scritto con l’ironia che contraddistingue Costantino Della Gherardesca, definito come punta di diamante della nuova televisione italiana e che  ancora una volta, dimostra di saperne più di un qualsiasi viceministro e sottosegretario di stato (tradotto un vice del ministro degli esteri).

Francesca Tesoro

La Religione del Lusso: un brillante manuale di resistenza

 

“La Religione del Lusso”, edito dalla Rizzoli Lizard ed uscito poco più di tre settimane fa, è un brillante manuale di resistenza in grado di proporre soluzioni rivoluzionarie, facendoci riflettere – almeno un po’ – sulle cause del difficile momento che stiamo attraversando, inteso anche come specchio sui singoli dei mali della società, senza mai diventare pesante.
Costantino Della Gherardesca, cinico, ironico, irriverente, eccentrico, editorialista per diverse testate giornalistiche, presentatore tra i più eclettici e preparati del panorama nazionale, non solo dal punto di vista strettamente televisivo ma anche culturale, conosciuto dai più grazie al format di Pechino Express – prima come partecipante poi come conduttore – di cui è diventato volto d’eccellenza (al punto che quando si vociferò della sua sostituzione alla guida del programma, si scatenò una bagarre sulla rete), nonché altamente performante per la sua capacità di passare elasticamente da un format televisivo all’altro, è l’autore di questo libro profondo, tanto nelle riflessioni che nei racconti.


Organizzato come un trattato filosofico simpaticamente impertinente, accompagnato dalle illustrazioni di Ciro Fanelli – giovane artista e tatuatore-, questo volume affronta temi che spaziano dall’arte all’economia, dai viaggi alla politica nazionale ed estera, riuscendo ad identificare e ben spiegare quello stato di erosione psicologica nel quale versiamo trasversalmente ed inesorabilmente tutti noi, imprigionati dalle regole e dal moralismo che ci circondano.

Nell’irriverenza delle sue pagine, è indubbia la presenza di un altissimo senso di speranza che Costantino vuole trasmettere con l’intento, nel suo piccolo, di voler spingere l’individuo ad avere la qualità più preziosa e più stimabile di tutte: il coraggio. Infatti, a ben riflettere e a meno che non si disponga di una lampada magica e un genio prêt-à-porter, bisogna essere consapevoli che ogni persona deve combattere per il proprio futuro. E per farlo diventa importante, se non indispensabile, conoscere la storia per decodificare il presente e le persone che non la conoscono sono incapaci di farlo.
È altrettanto indubbio che nella vita si debbano affrontare molti ostacoli imposti continuamente dalla società, anche per ottenere cose semplicissime e se una persona è infelice e frustrata, trova meno tempo per coltivare i propri desideri e le proprie passioni.

Questo libro, seppur con uno stampo comico, è intriso di critica culturale che, attenzione(!), non va intesa come critica fine a sé stessa, ma diventa una chiave di lettura del tutto.
Il lusso, di cui si legge, non è uno status simbol, ma è prima di tutto una questione di spazio per vivere fuori dall’ordinario, per superare la noia e per trovare il bello laddove gli altri non lo cercherebbero mai. Le molte icone del nostro tempo e della storia recente di cui l’autore scrive nel testo, ci offrono una visione del (nostro) mondo affascinante e diversa, alcuni addirittura da considerarsi precursori del e nel loro tempo di cose diventate quasi ordinarie e (stra)conosciute al giorno d’oggi.
Un modo di guardare alla società, all’arte, all’econonomia senza nostalgia né chiusure mentali per dare spazio ai diritti degli altri e soprattutto a noi stessi, attraversando ed analizzando ironicamente una serie di argomenti che sembrano completamente distanti tra loro ma invece profondamente legati al nostro essere quel che siamo in questo determinato momento storico.

Costantino Della Gherardesca ci dice che “La religione del lusso è essenzialmente il culto della scoperta, a partire da quella di sè stessi” e “il lusso non ha nulla a che vedere con gli yacht, i privée e le macchine d’oro: è istruzione, studio, viaggi, scambio culturale. È un’idea di globalizzazione mutuata da un solido individualismo” ma con una base fatta “dalla conoscenza e dal rispetto del diverso”.
Ancor più illuminante risulta l’inciso secondo il quale “Il passato non va imitato o copiato malamente, ma studiato e reinterpretato perchè la filologia deve sempre cedere il passo alla funzionalità e fermarsi e chiudersi al resto del mondo” e come singoli o come nazione, “è un lusso che proprio non possiamo permetterci”.

Francesca Tesoro