Burbujas ideológicas en las redes sociales: el estudio italiano sobre la polarización de los usuarios

Un reciente estudio italiano ha revelado cómo las llamadas “burbujas ideológicas” se encuentran mayoritariamente en redes sociales como Facebook y Twitter. Son las cámaras de eco o cajas de resonancia que tienden a polarizar a los usuarios de Facebook y Twitter, más que otras redes sociales.

Pero, ¿por qué las “burbujas ideológicas” están más presentes en estas dos Redes Sociales que en otras? Así lo reveló un estudio íntegramente italiano con implicaciones sociológicamente interesantes, especialmente en lo que respecta al análisis de las redes sociales como sistemas reales complejos.

bolle ideologiche sui social network
Bolle ideologiche sui Social Network: lo studio italiano

El estudio está coordinado por Walter Quattociocchi, del Departamento de Ciencias de la Computación de la Universidad Sapienza de Roma con la Fundación ISI – Instituto para el Intercambio Científico y las universidades de Brescia y Cà Foscari de Venecia. Los resultados se publican en la revista de la Academia Estadounidense de Ciencias, PNAS.

Burbujas ideológicas en las redes sociales: ¿dónde es mayor la polarización?

El análisis se realizó sobre más de cien millones de contenidos entre publicaciones, videos, comentarios y compartidos entre 2010 y 2018. El estudio se llevó a cabo en particular sobre temas sensibles que dividen a la opinión pública, como el aborto, las vacunas, las armas.

Las redes sociales bajo la lupa del equipo de Walter Quattrociocchi fueron Facebook, Twitter, Reddit y Gab. Los resultados del estudio mostraron cómo la difusión de información y las diferentes dinámicas de polarización dependen tanto de las relaciones que se crean entre los usuarios en línea como de las características de la plataforma social. La polarización, de hecho, es mayor cuando los criterios de presentación de los contenidos no pueden modificarse fácilmente.

En particular – explicó Walter Quattrociocchi – observamos cómo, a diferencia de Reddit, donde los usuarios pueden cambiar su algoritmo de alimentación, la agregación de usuarios en grupos homófilos (cámaras de eco) y la exclusión de contenido opuesto caracterizan el consumo de noticias en línea tanto de Facebook como de Twitter, a pesar de utilizar diferentes algoritmos y referirse a tipos de usuarios bastante diferentes. También en Gab hay dinámicas de polarización entre usuarios. Incluso en estos grupos se tiende a adherir conceptos con su propia visión del mundo y su propia percepción y a ignorar información que entra en conflicto con la opinión compartida ”.

Articolo di Alessandra Rinaldi

Traduzione di Sara Trincali

Esame Avvocato 2021: due prove orali

Con decreto legge n. 31/2021 pubblicato sulla G.U. n. 62 del 13 marzo, è stata approvata la nuova modalità per lo svolgimento dell’Esame di Avvocato 2021 che, per le necessarie misure urgenti, dipendenti anche dalla situazione epidemiologica, verrà svolto attraverso due prove orali in sostituzione delle storiche tre prove scritte e l’orale finale.

La ministra della Giustizia Marta Cartabia, firmando il provvedimento a poche ore dalla conversione del decreto legge, ha dichiarato che tale modifica ha rappresentato “un grande sforzo collettivo e un bellissimo esempio di unità nell’interesse dei nostri giovani” per i quali si è “voluto consentire a così tanti giovani di non rinviare oltre un appuntamento così importante ed atteso per la loro vita”.

Esame Avvocato 2021 – Sistema Generale

A seguito dei vari rinvii e nonostante fossero state fissate le prove scritte per il mese di aprile 2021, la situazione ha imposto una modalità alternativa, comportando in via eccezionale e per il solo 2021 che l’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato venisse svolto attraverso un orale rafforzato.

Esame Avvocato 2021 due prove orali al posto degli scritti per la situazione epidemiologica

La prima prova, già in programma a partire dal 20 maggio 2021, vedrà i candidati impegnati in una prova da sessanta minuti dove i primi 30 saranno dedicati all’esame preliminare di un quesito di diritto civile, diritto penale o diritto amministrativo, con la possibilità per i partecipanti di consultare codici commentati con la giurisprudenza, leggi e decreti dello stato. I secondi 30 minuti saranno dedicati alla discussione orale, a conclusione della quale la commissione comunicherà l’esito della prova.

La seconda prova orale avrà una durata di massimo 60 minuti, da svolgersi almeno trenta giorni dopo la prima, sarà dedicata alla discussione degli istituti e procedure attinenti alle cinque materie scelte dal candidato tra diritto civile o penale, tra diritto processuale civile o diritto processuale penale, una a scelta tra i diritti costituzionale, amministrativo, tributario, commerciale, lavoro, dell’Unione Europea, internazionale privato ed ecclesiastico, senza dimenticare la materia non opzionale dell’ordinamento forense e dei diritti e doveri dell’avvocato.

In bocca al lupo a tutti i candidati!

Francesca Tesoro

Occupazione femminile, una donna su due non lavora: Italia agli ultimi posti

I dati sull’occupazione femminile in Italia sono allarmanti e non solo per la crisi dovuta alla Pandemia da Covid-19. Il nostro Paese, infatti, occupa il penultimo posto nella classifica Eurostat sull’occupazione femminile: in sostanza i dati evidenziano che una donna su due non lavora.

Le statistiche sono ancor più allarmanti per quanto riguarda le più giovani fasce di età. Peggio dell’Italia, solo la Grecia che, al momento, occupa l’ultimo posto della classifica europea. In Italia lavora il 49% delle donne, mettendo in evidenza un forte divario con la media del resto d’Europa.

Tra le ragazze con meno di trent’anni, il 25,4% non lavora, non studia e non è in cerca di un’occupazione: una tendenza davvero allarmante, visto che la media europea rilevata da Eurostat è del 67,7%, con la Germania capolista che “vola” con il 73,2%.

Emergenza occupazione femminile: in Italia una donna su due non lavora

Linda Laura Sabbadini, presidente del Women 20, gruppo del G20 che studia le politiche per le donne, ha analizzato nel dettaglio la situazione messa in evidenza dalla classifica stilata dall’UE.

«Nell’ultimo anno si è solamente aggravato un problema strutturale. C’è bisogno di pesanti investimenti e di sbloccarli in fretta, non è il momento della strategia dei piccoli passi. Bisogna muoversi su due fronti. Il primo è lo sviluppo di servizi educativi per l’infanzia come gli asili nido e di assistenza e cura per anziani e disabili: l’Italia non ha mai investito nel welfare di prossimità, siamo fermi a leggi vecchie decenni e mai applicate e, in generale, ad un sistema che si appoggia sul lavoro non retribuito delle donne. Il secondo fronte è un grande piano per l’imprenditoria femminile».

occupazione femminile
Emergenza occupazione femminile – Sistema Generale

In sostanza, la crisi economica conseguenza della Pandemia da Coronavirus ha solo aggravato una tendenza già drammatica nel nostro Paese, dove il sostegno e l’incentivo all’occupazione femminile sono molto ridotti.

«Al momento gli stanziamenti previsti nel piano italiano non sono adeguati, è tutto troppo spezzettato. Per i nidi mancano tre miliardi, altri sette per l’assistenza. E all’imprenditoria femminile viene riservato meno di un miliardo. È imprescindibile che la parte di fondi non vincolata dalle indicazioni dell’Ue vada all’occupazione femminile, perché i due settori spinti dalla Commissione, il green e il digitale, danno lavoro soprattutto agli uomini e dunque non aiuteranno a risolvere il problema in maniera adeguata. La forbice si allargherà, anche se il tema non è il gap uomini-donne, ma in generale aumentare il tasso di occupazione femminile». 

La classifica Eurostat: dopo l’Italia, solo la Grecia

Andrea Garnero, economista dell’Ocse, ha contribuito alla riflessione sul tema dell’occupazione femminile. «La recessione figlia della pandemia, rispetto alle altre grandi crisi del passato, ha la particolarità di aver colpito più i servizi della manifattura e per questo ha penalizzato maggiormente le donne».

«In altri Paesi questa differenza è stata meno marcata, perché in Italia è più spiccata la divisione per comparti, con settori a netta prevalenza maschile e altri, come i servizi alla persona, in cui lavorano soprattutto donne. Una svolta è necessaria, anche perché una bassa occupazione femminile è un pesantissimo freno alla crescita: famiglie con un solo reddito hanno meno entrate, quindi spendono meno, investono meno e chiedono meno servizi. L’economia fatta in casa non funziona».

Inoltre, è in crescita il numero degli “sfiduciati”, i quali, oltre a non avere un lavoro, hanno addirittura smesso di cercarlo. E, fra questi, il numero dello donne è sempre più alto.

Alessandra Rinaldi

La tua gestione delle e-mail rivela che capo sei: lo studio Microsoft e i cambiamenti dovuti alla Pandemia

Quanto è importante la gestione delle e-mail nella giornata lavorativa di un manager? Sono in molti a domandarselo da sempre, ma la Pandemia, scoppiata lo scorso anno, ha dato, senz’altro nuovi spunti, circa l’importanza del lavoro agile attraverso la gestione delle e-mail.

Già diversi anni fa, nel 2016, uno studio Microsoft su diversi team di lavoro e sulla soddisfazione tra il lavoro dei dipendenti e i compiti dei manager responsabili rivelava come la cattiva gestione delle e-mail da parte dei capi potesse essere un campanello d’allarme in caso di non raggiungimento degli obiettivi.

gestione e-mail
Come gestire le e-mail – Sistema Generale

A confermare questa tendenza, ci ha pensato anche lo psicologo Adam Grant, professore alla Wharton School, attraverso un suo editoriale sul New York Times del 2019. Grant ha sostenuto il fatto che esiste un legame tra la cattiva gestione delle e-mail di un manager e il suo insuccesso professionale.

Queste riflessioni, fatte da Grant appena prima della Pandemia di Covid-19, sono ancor più importanti oggi che mantenere le distanze rende necessario lo smart working quasi in tutti i campi. Lo studio Microsoft, citato da Adam Grant, inoltre, conferma come i capi più lenti nella gestione della posta elettronica siano anche i meno efficienti.

La gestione delle e-mail rivela le potenzialità del manager: cosa fare e cosa non fare

Innanzitutto, ignorare tutte le e-mail non è né opportuno, né educato. “Le vostre priorità dovrebbero includere gli altri e le loro priorità,” ha spiegato Adam Grant. E’ importante, infatti, gestire le e-mail quotidianamente, dedicando almeno un’ora della propria giornata lavorativa alle risposte alle e-mail. Ciò, sia che si tratti di risposte “positive”, sia che si tratti di risposte “negative”.

Secondo Grant e lo studio fatto sui dipendenti Microsoft, anche dare un feedback negativo quando qualcuno ci chiede aiuto per una mail è molto importante per far comprendere all’interlocutore che, in ogni caso, si è fatto tutto ciò che si è potuto per rispondere alle sue esigenze. Sicuramente può capitare a tutti di dimenticare di rispondere a qualche e-mail, ciò non significa essere cattivi manager.

E, del resto, anche secondo Grant, è possibile evitare di rispondere a chi ci chiede di “sponsorizzare” il proprio lavoro o condividerlo sui social, oppure a chi chiede presentazioni o “raccomandazioni”.

Insomma, anche le risposte alle e-mail di lavoro, a maggior ragione oggi con una Pandemia ancora in corso, richiedono un vero e proprio “codice” di comportamento che può essere specchio di efficienza anche nella gestione di un gruppo di lavoro per un capo.

Alessandra Rinaldi

Maria Chiara Carrozza, prima Presidente donna del Consiglio Nazionale delle Ricerche

Lo scorso 12 aprile, Maria Chiara Carrozza è stata nominata dalla Ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR. Le neopresidente sarà in carica per i prossimi quattro anni.

Maria Chiara Carrozza è laureata in Fisica all’Università degli studi di Pisa e ha conseguito un dottorato in ingegneria alla Scuola Superiore Sant’Anna. Cinquantasei anni, è docente ordinaria di bioingegneria industriale. Dirige e conduce ricerche nei settori della biorobotica, della biomeccatronica e della neuroingegneria della riabilitazione di cui è uno dei principali esponenti.

maria chiara carrozza
Maria Chiara Carrozza – Sistema Generale

La Carrozza ha già ricoperto incarichi scientifici e gestionali di livello nazionale e internazionale. Infatti, è stata la più giovane rettrice italiana, oltre che autrice di numerose pubblicazioni e brevetti, responsabile di progetti europei, presidente di società scientifiche e di equipe di esperti.

Maria Chiara Carrozza è la prima Presidente donna del CNR

Maria Chiara  Carrozza ha insegnato e condotto ricerche in centri e università in Italia, Europa, Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Cina, è stata Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca tra il 2013 e il 2014, oltre che parlamentare della Repubblica nella XVII legislatura. E’, inoltre, componente del Consiglio di Amministrazione di Piaggio SpA e direttore scientifico dell’IRCSS Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus.

“Sono felice ed emozionata per la nomina a presidente del CNR. Ringrazio la ministra Messa e il Comitato di Selezione per la fiducia riposta nella mia persona,” ha detto Maria Chiara Carrozza.

“Essere la prima donna alla guida del più importante e grande centro di ricerca del Paese è una sfida e una responsabilità senza precedenti. Ma anche un cambio di passo e di prospettiva,” ha dichiarato la neopresidente. “Confido sull’aiuto e sulla collaborazione di tutte le ricercatrici e ricercatori dell’Ente, sulle loro preziose indiscusse competenze e sul loro entusiasmo. Insieme dobbiamo riportare al centro dell’attenzione sociale, economica e politica la ricerca unico volano per la ricostruzione del Paese e il futuro dei giovani”.

Alessandra Rinaldi

Alessandra Galloni, prima donna alla guida dell’Agenzia Stampa Reuters

La giornalista italiana Alessandra Galloni sarà la prima donna in centosettanta anni alla guida della storica agenzia di stampa britannica Reuters News. La giornalista sostituirà Stephen J. Adler, che andrà in pensione questo mese dopo aver guidato la redazione negli ultimi dieci anni, conquistando sette premi Pulitzer.

“Da 170 anni Reuters si è imposta come indipendente e credibile per la copertura globale dell’informazione. Per me è un onore dirigere una redazione così piena di talenti e giornalisti stimolanti”, ha dichiarato Alessandra Galloni nel discorso dopo l’annuncio.

alessandra galloni
Alessandra Galloni – Sistema Generale

“Orgoglio italiano”, ha scritto su Twitter il sottosegretario agli Affari europei Vincenzo Amendola. Alessandra Galloni è nata a Roma e ha quarantasette anni.

Alessandra Galloni è la prima donna a guidare l’Agenzia Stampa britannica Reuters News

Quattro lingue, ampia esperienza in economia e politica, la Galloni è passata nel 2013 a Reuters, a capo della Rete dei corrispondenti che sono oltre duecento in tutto il mondo.

Prima di questo incarico, Alessandra Galloni scriveva di economia per il Wall Street Journal. Ha iniziato alle News Reuters dall’Italia. Si è laureata a Harvard con un Master alla London School of Economics.

“La Reuters nomina Galloni al vertice. Non credo nessuna giornalista italiana (e nessun giornalista italiano) abbia mai ricoperto una responsabilità simile in uno dei top media globali. Complimenti!”. Sono state queste le parole condivise dal Segretario PD Enrico Letta su Twitter per  commentare la direzione dell’agenzia di stampa affidata alla giornalista italiana.

Alessandra Rinaldi

Bolle ideologiche sui Social Network: lo studio italiano sulla polarizzazione degli utenti

Un recente studio italiano ha rivelato come le cosiddette “bolle ideologiche” siano maggiormente su Social Network come Facebook e Twitter. Si tratta delle echo chambers o casse di risonanza che tendono a polarizzare gli utenti di Facebook e Twitter, più che di altri Social.

Ma come mai la “bolle ideologiche” sono maggiormente presenti in questi due Social Network rispetto ad altri? A rivelarlo è stato uno studio completamente italiano dai risvolti sociologicamente interessanti, soprattutto per ciò che riguarda l’analisi dei Social come veri e propri sistemi complessi.

bolle ideologiche sui social network
Bolle ideologiche sui Social Network: lo studio italiano

Lo studio è coordinato da Walter Quattociocchi, del Dipartimento di Informatica dell’università Sapienza di Roma con la Fondazione ISI-Istituto per l’Interscambio Scientifico e le università di Brescia e Cà Foscari di Venezia. I risultati sono pubblicati sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze, Pnas.

Bolle ideologiche sui Social Network: dove la polarizzazione è maggiore?

L’analisi è stata fatta su oltre cento milioni di contenuti tra post, video, commenti e condivisioni tra il 2010 e il 2018. Lo studio è stato fatto in particolar modo su temi delicati che dividono l’opinione pubblica, come l’aborto, le vaccinazioni, le armi.

I Social sotto la lente d’ingrandimento dell’equipe di Walter Quattrociocchi sono stati FacebookTwitterReddit e Gab. I risultati dello studio hanno dimostrato come la diffusione delle informazioni e le diverse dinamiche di polarizzazione dipendano sia dalle relazioni che si creano tra gli utenti online, sia dalle caratteristiche della piattaforma social. La polarizzazione, infatti, è maggiore quando i criteri di presentazione dei contenuti non possono essere agevolmente modificati.

“In particolare – ha spiegato Walter Quattrociocchi – abbiamo osservato come, diversamente da Reddit dove gli utenti possono modificare il loro algoritmo di feed, l’aggregazione di utenti in gruppi omofili (echo chambers) e l’esclusione di contenuti in opposizione caratterizzino il consumo di news online sia di Facebook che di Twitter, nonostante utilizzino algoritmi diversi e facciano riferimento a tipologie di utenti abbastanza diversi. Anche su Gab sono presenti dinamiche di polarizzazione fra gli utenti. Anche in questi gruppi la tendenza è quella di aderire a concezioni aderenti con la propria visione del mondo e con la propria percezione e di ignorare informazioni contrastanti con l’opinione condivisa”.

Alessandra Rinaldi

Giovani e TV: cosa è cambiato durante la pandemia

A dicembre 2020 è stato pubblicato il 54esimo rapporto Censis sulla comunicazione di cui abbiamo parlato la settimana scorsa e, appena, il 10 gennaio, l’Agenzia Nazionale Stampa Associata (meglio conosciuta come ANSA), ha diramato un interessante articolo circa le caratteristiche del pubblico televisivo nel 2020, facendo espressamente riferimento a come la pandemia lo abbia modificato, analizzando in particolare le fasce degli spettatori più giovani.


Infatti, nell’arco dell’ultimo anno, il pubblico televisivo è diventanto “più numeroso, più giovane, più colto”, ha riscoperto una dinamica di “visione familiare”, facendo scelte televisive anche in antitesi rispetto le galoppanti tv via internet e a pagamento, merito anche di alcune scelte strategiche di programmazione delle singole reti.
Appare interessante come, dall’analisi dei dati auditel e di share dei programmi consegnati all’etere dalle diverse reti televisive, le percentuali siano decisamente tutte in aumento, tanto per le grandi emittenti nazionali che per quelle minori o, addirittura, locali.
Non solo per il “semplice” fatto di essere confinati nelle proprie case per via delle restrizioni imposte dalla emergenziale situazione sanitaria, gli spettatori hanno ricercato informazione, ma anche intrattenimento, cultura, programmi educativi o musicali e tutto quanto potesse diventare un vero e proprio portale sul resto del mondo nonché di avvicinamento ai propri conviventi.

Mai come prima, si è assistito ad un richiamo davanti agli schermi in modo trasversale della popolazione, anche di quella parte meno incline a seguire la tv rispetto il passato e, nello specifico, in grado di modificare ampiamente i dati percentuali degli ascolti.
Dai dati raccolti e pubblicati, si è notato come l’ascolto medio tra i 4 e i 14 anni è cresciuto del 34,5%, gli adolescenti compresi tra i 15 e i 19 anni hanno fatto registrare un incremento del 39% nell’arco dell’intera giornata e la presenza dei giovani tra i 20 e i 24 anni è schizzata al 49% con una crescita netta del 18,7% rispetto l’anno precedente.
Tralasciando la fascia dei più piccoli per la quale la scelta televisiva è fatta da altri e si attesta su programmi e canali tematicamente dedicati, in via generale, dai preadolescenti ai giovani, è stata ricercata una tv diversa dal solito, fatta di programmi di stampo culturale e di intrattenimento intuitivo ed educativo -tipo quiz e game show- piuttosto che la “solita” tv reputata spazzatura, crescendo in maniera quasi esponenziale per i giovani più adulti l’interesse verso i notiziari e i talk show di attualità diramati dalle reti per essere costantemente informati.

Eclatanti sono i dati di quei programmi considerati “speciali” come il discorso di fine anno del Presidente Mattarella che è stato il più seguito in assoluto da quando nel 1986 è stato istituito l’auditel, tenendo incollati davanti alla tv 15 milioni e 272 mila italiani con uno share del 60% o, addirittura, lo storico momento di preghiera di Papa Francesco del 27 marzo, celebrato sul sagrato della Basilica di San Pietro con la piazza vuota sotto una pioggia incessante e che ha richiamato in orario preserale 17 milioni e 400mila spettatori con uno share del 64,6%. Anche i rituali discorsi del Premier Conte relativi alle nuove misure di volta in volta comunicate alla nazione, vuoi per interesse o per curiosità, hanno sempre interessato larghissime fasce di popolazione non assestandosi mai sotto i 5 milioni di spettatori, nonostante le ore tarde di trasmissione, richiamando larghe fette di giovani adulti.

In tutti questi casi è stato stimato che i giovani in età compresa tra i 15 e i 25 anni erano ben oltre il 35% in più rispetto trasmissioni similari per grande impatto mediatico precedenti e, per assurdo, sono stati in almeno due casi specifici -il discorso di Mattarella e la preghiera del Papa- più che doppiati i dati di audience di programmi televisivi iconici e storici del nostro paese o di quelli storicamente più eclatanti degli ultimi due decenni – si pensi all’attentato delle Torri Gemelle di New york del 2001 che non scavallò il 13,7% di share e i due milioni di spettatori -.
Insomma, per quanto la pandemia abbia modificato molti aspetti delle nostre vite non necessariamente in positivo, almeno, i giovani si sono interessati maggiormente e in modo più critico a ciò che volevano vedere e non è un dato di poco conto.

Francesca Tesoro

Rapporto Censis sulla Comunicazione 2020: un sistema sempre più “liquido”

Il 54° rapporto Censis sulla Comunicazione e sui Media relativo all’anno 2020 è stato pubblicato nel mese di dicembre e ha fotografato una situazione definita dallo stesso Ente sempre più “liquida”.

Ma cosa si intende esattamente con questo termine?
Per quanto riguarda la fruizione della televisione, i “consumi” degli Italiani sono abbastanza stabili, ma si assiste sempre di più a una combinazione tra i cosiddetti palinsesti “personali” con quella che è una programmazione più lineare. L’utenza della Tv satellitare è stabile, mentre si è registrata una leggera flessione, del 2,5%, per quanto riguarda la televisione tradizionale e una crescita piuttosto significativa della Tv via internet e della Mobile Tv, dato probabilmente influenzato anche dal lockdown.

La radio rimane stabile e continua a riscontrare il consenso della gran parte del pubblico italiano, tra tecnologie all’avanguardia e tradizione. Tuttavia, è l’autoradio a tenere sempre maggior compagnia, rispetto a quella ascoltata in casa. Ma a crescere sensibilmente è il bacino d’utenza delle trasmissioni radio ascoltate via Internet, attraverso PC o App su smartphone.
L’utenza Internet aumenta di circa un punto percentuale, segno, probabilmente, di una maggiore necessità di rimanere sempre “connessi”, visti i periodi di isolamento causati dall’emergenza sanitaria mondiale. In particolare, gli Italiani che usano gli smartphone passano dal 73% a quasi il 76%, segnando la maggior crescita in assoluto.


A rimanere imprigionate in una crisi che sembra senza fine sono, come sempre, l’editoria e la carta stampata. I quotidiani restano pressoché stabili, ma neppure le edizioni online dei giornali riescono a crescere, destando l’interesse dei lettori. Anche i settimanali, inclusi quelli online, registrano una leggera flessione del gradimento.

Gli aggregatori di notizie online e i portali Web d’informazione sono consultati dal 51,6% degli Italiani, con una crescita del 5,5% rispetto all’anno precedente.
Anche i lettori di libri in Italia continuano a ridursi, anno dopo anno. Se nel 2007 il 59,4% degli Italiani aveva letto almeno un libro nel corso dell’anno, nel 2019 il dato è sceso al 41,9%. Unica nota positiva è che, al momento, la caduta sembra essersi fermata, visto che il dato risulta stabile rispetto all’anno precedente (-0,1%). Tuttavia, neppure gli e-book (letti solo dall’8,5% degli Italiani, con una variazione nulla in un anno) hanno compensato la riduzione dei lettori.
La spesa delle famiglie italiane per i consumi mediatici nell’ultimo decennio, nonostante la crisi, si è quasi quadruplicata, in particolare per quanto riguarda gli smartphone e tutto il loro indotto. La spesa per libri e giornali ha subito, invece, un vero e proprio crollo nel decennio (-37,8%), che però si è arrestato nell’ultimo anno, quando c’è stato, invece, un rialzo del 2,5%.

Gli Italiani sembrano ancorati a quelli che si definiscono i “valori di una volta”, continuando a identificarsi, in primo luogo, nella famiglia. Tuttavia, si lasciano sempre più sedurre da “vite virtuali”, considerando sempre più importanti tutti i Social Network. Da WhatsApp, a YouTube, passando per Facebook e Instagram, ciascun portale ha avuto un incremento significativo degli utenti. La principale motivazione, a detta degli Italiani, è sempre la possibilità di essere e rimanere in contatto con persone lontane, comunicando con maggiore facilità. Oltre a ciò, i Social Network sono fonte di informazioni, permettono di coltivare interessi e tengono molta compagnia.

Alessandra Rinaldi

Brunello Cucinelli e la sua lettera sulle rondini

Brunello Cucinelli è un imprenditore umbro lungimirante, figlio di una famiglia contadina che non ha mai dimenticato gli insegnamenti di quando era ragazzo e “attento osservatore del mondo”, capace di creare dal nulla la sua azienda di maglieria, divenuta poi mondiale, disegnando una idea di business incentrata sulla “dignità morale ed economica dell’uomo”.
Ha fatto di Solomeo, piccolo borgo medioevale quasi abbandonato e spopolato in provincia di Perugia, l’oggetto dei suoi sogni e il (suo) grande laboratorio dei successi di imprenditore e di umanista. Lo ha restaurato, l’ ha fatto rinascere e reso fruibile liberamente ai suoi cittadini, realizzando parchi immensamente belli, recuperando tutto ciò che era abbandonato e in disuso per dargli una nuova vita, restituendo alla terra il suo valore e facendo della bellezza e del rispetto umano il cardine di quel posto, creando e diffondendo l’idea di un nuovo “Capitalismo Umanistico”, risollevando la filiera lavorativa del luogo fornendo impiego a più di trecento laboratori artigianali delle vicinanze.

Destinatario negli anni di svariati e straordinari riconoscimenti nazionali e internazionali – parliamo della nomina a Cavaliere del Lavoro e di quella di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, della Laurea ad honorem in Filosofia ed Etica delle relazioni umane e del Global Economy Prize per aver saputo “impersonare perfettamente la figura del Mercante Onorevole ”- è rimbalzato sulle pagine internet in questi giorni per aver scritto una bellissima lettera intrisa di speranza sul ritorno delle rondini che abbiamo deciso di pubblicare e riportare in versione integrale perchè “abbiamo bisogno di un nuovo umanesimo […] fatto di sensibilità, di consepevolezza, di dignità serena”.

“Solomeo, 17 marzo 2020

Chi manda le rondini? Quasi sempre, quando mi trovo fuori per lavoro, durante i primi giorni di marzo, telefono a casa, e chiedo se le rondini sono tornate a Solomeo. Lo chiedo per due ragioni: perché le ho amate fin da piccolo, e perché a volte, ho sentito dire, in alcuni paesi non tornano; magari non ci si trovano più bene, e questo mi dà un poco di timore.

Così anche in questi tempi già da qualche giorno avevo cominciato ad aspettarle, perché ci puoi rimettere l’orologio: quando è verso il quindici di marzo eccole di nuovo, con il loro gioioso garrire e armonioso volteggiare. E infatti ieri, d’improvviso, sono arrivate. Mentre ero già seduto nello studio dell’antico castello, a tu per tu con i miei pensieri mattutini, le vedo, già in pieno fervore per la caccia agli insetti, andare e venire laboriose di sotto le gronde del tetto, dove le accolgo come uno dei doni più belli del Creato. Ogni anno mi rallegro delle rondini, ma in questi momenti un po’ meno facili mi è sembrato di vedere in loro il simbolo della rinascita.

Qualche giorno fa pensavo a noi tutti come a dei naviganti. Mi piace questa immagine, perché così vedeva Dante gli uomini che attraversano la vita. In questi momenti percepiamo ancor di più la nostra natura di marinai, che come Ulisse si legano all’albero se c’è tempesta, e come Cristoforo Colombo scrutano l’orizzonte alla ricerca dei primi uccelli, divini messaggeri della madre terra.

Ogni bravo navigante sa che una barca più leggera si governa più facilmente; oggi, seguendo le regole di chi ha la responsabilità della nostra salute, ci siamo alleggeriti di tante piccole consuetudini che magari credevamo indispensabili ad un lieto vivere. Però quanto è sorprendente accorgersi che in fondo ci sentiamo più lievi, in famiglia, tra noi, una vita d’altri tempi armoniosi. Mi piacerebbe che tutti imparassimo a vedere anche nelle cose dolorose quel tanto di gioia che c’è.

Nella sofferenza di oggi vi è anche il bene della reazione morale che ci renderà migliori, e può darsi che domani, quando il ricordo scivolerà via insieme alla sofferenza, ripensando a questi giorni, rifletteremo, con Aristotele, che anche le calamità hanno un’anima e possono divenire maestre di vita saggia.

Amabilissimi amici naviganti, che insieme a me avete visto nascere ed animate ogni giorno con il vostro temperamento geniale la bella realtà della nostra impresa, mi piacerebbe che riusciste a governare la barra del vostro vascello, proprio come io da ragazzetto riuscivo a tener diritta la stegola dell’aratro, con mio padre che felice ammirava quei solchi dritti, incantato dalla loro bellezza.

Mi piacerebbe che riconoscendo la verità dei provvedimenti prescritti dai nostri stimatissimi responsabili dell’attuale crisi, persone di Scienza, di Governo, Strutture Sanitarie, li osservaste con disciplina paziente. Mi piacerebbe che foste consapevoli ma non apprensivi; vorrei che in voi la certezza del ritorno alla vita di sempre fosse viva.

Ci sono stati, in ogni parte del mondo, tempi e accadimenti ben più penosi di quelli attuali; però sono tutti trascorsi. Passano le grigie nuvole e lasciano al cielo, di nuovo libero, lo spazio per accogliere le rondini; e vedete, noi non sappiamo chi le mandi, ma eccole, le rondini sono già arrivate.

Brunello”

Francesca Tesoro