Alessandra Galloni, prima donna alla guida dell’Agenzia Stampa Reuters

La giornalista italiana Alessandra Galloni sarà la prima donna in centosettanta anni alla guida della storica agenzia di stampa britannica Reuters News. La giornalista sostituirà Stephen J. Adler, che andrà in pensione questo mese dopo aver guidato la redazione negli ultimi dieci anni, conquistando sette premi Pulitzer.

“Da 170 anni Reuters si è imposta come indipendente e credibile per la copertura globale dell’informazione. Per me è un onore dirigere una redazione così piena di talenti e giornalisti stimolanti”, ha dichiarato Alessandra Galloni nel discorso dopo l’annuncio.

alessandra galloni
Alessandra Galloni – Sistema Generale

“Orgoglio italiano”, ha scritto su Twitter il sottosegretario agli Affari europei Vincenzo Amendola. Alessandra Galloni è nata a Roma e ha quarantasette anni.

Alessandra Galloni è la prima donna a guidare l’Agenzia Stampa britannica Reuters News

Quattro lingue, ampia esperienza in economia e politica, la Galloni è passata nel 2013 a Reuters, a capo della Rete dei corrispondenti che sono oltre duecento in tutto il mondo.

Prima di questo incarico, Alessandra Galloni scriveva di economia per il Wall Street Journal. Ha iniziato alle News Reuters dall’Italia. Si è laureata a Harvard con un Master alla London School of Economics.

“La Reuters nomina Galloni al vertice. Non credo nessuna giornalista italiana (e nessun giornalista italiano) abbia mai ricoperto una responsabilità simile in uno dei top media globali. Complimenti!”. Sono state queste le parole condivise dal Segretario PD Enrico Letta su Twitter per  commentare la direzione dell’agenzia di stampa affidata alla giornalista italiana.

Alessandra Rinaldi

Bolle ideologiche sui Social Network: lo studio italiano sulla polarizzazione degli utenti

Un recente studio italiano ha rivelato come le cosiddette “bolle ideologiche” siano maggiormente su Social Network come Facebook e Twitter. Si tratta delle echo chambers o casse di risonanza che tendono a polarizzare gli utenti di Facebook e Twitter, più che di altri Social.

Ma come mai la “bolle ideologiche” sono maggiormente presenti in questi due Social Network rispetto ad altri? A rivelarlo è stato uno studio completamente italiano dai risvolti sociologicamente interessanti, soprattutto per ciò che riguarda l’analisi dei Social come veri e propri sistemi complessi.

bolle ideologiche sui social network
Bolle ideologiche sui Social Network: lo studio italiano

Lo studio è coordinato da Walter Quattociocchi, del Dipartimento di Informatica dell’università Sapienza di Roma con la Fondazione ISI-Istituto per l’Interscambio Scientifico e le università di Brescia e Cà Foscari di Venezia. I risultati sono pubblicati sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze, Pnas.

Bolle ideologiche sui Social Network: dove la polarizzazione è maggiore?

L’analisi è stata fatta su oltre cento milioni di contenuti tra post, video, commenti e condivisioni tra il 2010 e il 2018. Lo studio è stato fatto in particolar modo su temi delicati che dividono l’opinione pubblica, come l’aborto, le vaccinazioni, le armi.

I Social sotto la lente d’ingrandimento dell’equipe di Walter Quattrociocchi sono stati FacebookTwitterReddit e Gab. I risultati dello studio hanno dimostrato come la diffusione delle informazioni e le diverse dinamiche di polarizzazione dipendano sia dalle relazioni che si creano tra gli utenti online, sia dalle caratteristiche della piattaforma social. La polarizzazione, infatti, è maggiore quando i criteri di presentazione dei contenuti non possono essere agevolmente modificati.

“In particolare – ha spiegato Walter Quattrociocchi – abbiamo osservato come, diversamente da Reddit dove gli utenti possono modificare il loro algoritmo di feed, l’aggregazione di utenti in gruppi omofili (echo chambers) e l’esclusione di contenuti in opposizione caratterizzino il consumo di news online sia di Facebook che di Twitter, nonostante utilizzino algoritmi diversi e facciano riferimento a tipologie di utenti abbastanza diversi. Anche su Gab sono presenti dinamiche di polarizzazione fra gli utenti. Anche in questi gruppi la tendenza è quella di aderire a concezioni aderenti con la propria visione del mondo e con la propria percezione e di ignorare informazioni contrastanti con l’opinione condivisa”.

Alessandra Rinaldi

Sistema Salute: il Parco della Bellezza di Brunello Cucinelli diventa centro vaccinale contro il Covid-19

Lo stilista e imprenditore Brunello Cucinelli sta dimostrando, ancora una volta, di essere in prima linea, in modo concreto, nella lotta contro il Covid-19. Dopo la toccante “lettera sulle rondini” che, la scorsa primavera, ha fatto il giro del Mondo, tentando di dare speranza durante la prima ondata del virus, Cucinelli ha accolto con entusiasmo l’appello del Premier Mario Draghi a contribuire tutti con vigore nella lotta contro il Coronavirus.

Brunello Cucinelli, infatti, ha messo a disposizione il suo Parco della Bellezza di Solomeo, trasformandolo in un centro vaccinale per il Covid-19. La Brunello Cucinelli S.p.A e la Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, in stretta collaborazione con la Regione Umbria e l’USL di riferimento, hanno contribuito, in questo modo, ad aumentare i punti dedicati alla somministrazione dei vaccini anti-Covid nel nostro Paese.

Brunello Cucinelli – Sistema Generale

L’impresa costruita dal cosiddetto re del chashemere a Solomeo, alle porte di Perugia, ha messo, da sempre, al centro dei propri ideali i valori cardine dell’Umanesimo. Anche in piena Pandemia, infatti, Cucinelli ha cercato di continuare la propria linea creativa e produttiva, mettendo tutti i suoi dipendenti nelle condizioni di continuare a lavorare in sicurezza, tanto da aver segnato perdite minime.

Dopo la tenace campagna di tamponi per i lavoratori della società, nel Parco della Bellezza di Solomeo di Brunello Cucinelli verrà realizzato un centro vaccinale anti-Covid-19 che si comporrà di due linee differenti. La Brunello Cucinelli S.p.A. e la Fondazione di Famiglia garantiranno gli emolumenti per il personale impegnato in questa operazione che, al momento, sarà composto da sedici unità. Con questa struttura si prevede di somministrare circa milleduecento dosi settimanali.

“Abbiamo accolto con grande emozione le parole con le quali il nostro stimatissimo presidente Mario Draghi ha esortato le attività pubbliche e private a sostenere questo momento di speranza con la realizzazione di centri temporanei per la vaccinazione anti-Covid. Come ci ha ricordato lo stesso presidente, prendiamo le decisioni con grande ponderatezza, e mettiamole in pratica con altrettanta rapidità. Ispirati dall’esempio e dalla Fede nella Provvidenza che animava Don Alberto Seri, nostro indimenticato parroco il quale qui a Solomeo e in Umbria, nel momento doloroso dopo la fine della seconda guerra mondiale, dedicò la sua vita e il suo cuore alla salute fisica e morale del prossimo, abbiamo scelto con piena partecipazione di destinare a tale fine nobile e utilitario le strutture del parco della Bellezza, che venne dedicato al nostro amato sacerdote e porta il suo nome, realizzando un centro vaccinale nel luogo dove è più viva e sensibile l’unione tra la bellezza estetica, la salute fisica e quella spirituale”.

Con queste parole, Brunello Cucinelli ha manifestato tutto il suo entusiasmo per questa iniziativa, dimostrando nuovamente il suo contributo concreto per il superamento della Pandemia nel nostro Paese. Un vero e proprio esempio di come ciascuno di noi, attraverso le proprie risorse, possa contribuire a rafforzare il “Sistema Salute” anche nei momenti di criticità.

Alessandra Rinaldi

Come costruire un business on line di successo di Marco Marisola

Sappiamo tutti che le nostre vite sono cambiate negli ultimi dodici mesi e, anche se volessimo ignorare questo dato di fatto, proprio non potremmo farlo. Si sono modificati i nostri interessi, la nostra modalità di lavorare, il modo in cui i nostri ragazzi frequentano la scuola e quello in cui si fa la spesa, sono mutate le nostre relazioni interpersonali. Si sono, inevitabilmente, modificati il mercato, i tipi di domanda e di offerta che, in modo trasversale hanno necessariamente risentito dell’ondata pandemica non solo in senso qualitativo ma anche quantitativo e, oserei dire, di location.
L’ultima ricerca Istat ha stabilito che nel 2020 le vendite online sono aumentate del 50,2% e, sempre secondo studi di settore, se prima on line si cercava e si acquistavano solo determinati beni alla ricerca del risparmio garantito, oggi come oggi, on line si compra davvero tutto!
Allora, ragionando su questo fatto e sui dati, abbiamo deciso di presentarvi “Come costruire un business on line di successo” scritto da Marco Marisola, edito dalla MIND Edizioni.
Di questo libro ci ha colpito prima di tutto la sua estrema contemporaneità – nonostante la prima edizione sia del 2015 – fin dalle prime righe della prefazione:

“Siamo sull’orlo dell’emergenza nazionale. Il nostro stile di vita, giorno dopo giorno, sta cambiando […]. Quello che potevamo fare qualche anno fa […] domani o forse già oggi non riusciremo più a farlo. […] sarebbe meglio fare qualcosa di diverso per non affondare negli abissi della disperazione. In periodi di crisi le brutte notizie sono all’ordine del giorno, ma proprio […] nei momenti di grande crisi che sono nate le più grandi aziende, vedi Microsoft e Disney.”

Marco Marisola, l’autore del libro, è un Web Coaching ed esperto dell’Internet Marketing e di strumenti tecnologici fin dal 2006, consulente per grandi aziende nonché direttore della NBM School che insegna Strategie Automatizzate di Internet Marketing.

È esattamente per questo che in un volume concentrato in poco più di un centinaio di pagine riesce a condensare una serie di istruzioni pratiche e precise da seguire, insegnandoci ad aprire la nostra attività on line e di successo da zero, in maniera rapida sicura e concreta.
Che lo sviluppo di internet sia esploso in maniera decisamente esponenziale è sotto gli occhi di tutti ed è altrettanto risaputo che il business on line sia in continua crescita, nonchè uno dei più redditizi e consenta di abbattere i costi iniziali e di produzione, garantendo un ritorno dell’investimento altissimo. In fondo per aprire la nostra azienda on line sono sufficienti un pc e un collegamento ad internet!
La rivelazione di questa lettura è la “strategia ribelle” indicata da Marisola disegnata sapientemente in 105 step(s) e che, seguiti passo passo, possono essere applicati in ogni settore, per creare o rilanciare il nostro business.


Presi per mano, inizierete con il chiedervi cosa non vi piace della vostra vita e del vostro lavoro, per scoprire la vostra passione e scegliere gli argomenti che vi appassionano e che vi renderanno esperti del vostro settore. Sarete interrogati sulle vostre conoscenze di web marketing e di impegno per creare la vostra nuova azienda – o rilanciare quella che avete già tra le mani -, ricercando e capendo in quale mercato vorrete inserirvi e quale forma dare al vostro prodotto. Imparerete ad identificare tutto sul vostro pubblico e sulle loro abitudini per dare vita a un internet business che calzi a pennello sui vostri clienti, per rendervi alla velocità della luce i Numeri Uno. Scoprirete le caratteristiche di internet e le magie del marketing ed i loro tempi, gli strumenti e come usarli, gli errori da non fare e come guadagnare denaro con la rete. Soprattutto diventerete consapevoli che la vendita e il marketing non sono la stessa cosa e che l’una non può esistere senza l’altro – soprattutto in rete – e da ultimo, ma non meno importante, imparerete a conoscere cos’è e come applicare la psicologia della vendita persuasiva, diventando sicuramente esperti riconosciuti del vostro settore.
Con una azienda tra le mani e il lavoro che stavate sognando!
Questo è veramente un libro da leggere oggi più che mai!
Scommettiamo?

Francesca Tesoro

El arte de vender: ganar confianza y lograr grandes resultados

Manual en formato de bolsillo e impreso en papel reciclado que conquistaría a cualquiera por esto solo, el libro que presentamos hoy es “El arte de vender: ganar confianza y lograr grandes resultados”, publicado por Giunti Editore y editado por Change Formazione e Consulting.
Probablemente uno de los mejores libros que he leído sobre autoformación para ser aplicado en el mundo de las ventas, no pensado como un comercio de productos, sino más en general como el arte de saber vender y cómo convertirse en vendedores exitosos. Esta oración no es el resultado de una tortuosa tautología aleatoria, sino que en realidad es lo que es la realidad (¡otra tautología!). En pocas palabras, todo el mundo es vendedor de sí mismo, sea cual sea su campo profesional y su talento personal. No podrás culparme, por tanto, si te hago reflexionar sobre el hecho de que a nivel laboral, tanto como autónomos, gerentes exitosos, aprendices o simplemente empleados, cada uno de nosotros es llamado todos los días para venderse en el la mejor manera posible de llegar a su – necesaria – meta.

“El arte de vender” es un concentrado de buenas prácticas y sugerencias – nunca obvias – que una vez leídas nos daremos cuenta de que las hemos dado por sentado que perdemos innumerables oportunidades y tasas de éxito altísimas.
Habiendo superado los primeros supuestos (no) evidentes por los que “prosperan quienes tienen la capacidad y oportunidad para implementar el cambio”, que “quienes se comprometen cada día con una profunda conciencia de sí mismos para mejorar un centímetro sus habilidades y habilidades comerciales” gana, continuarán “los que aprovechan las grandes oportunidades en el tiempo”, lo importante que hay que destacar es que en cada capítulo de este libro encontrarás elementos útiles para optimizarte, pudiendo mejorar realmente tu forma de trabajar.
Escrito de una manera esencial, rápida, sencilla, cautivadora y con tablas operativas que te llamarán directamente al juego, cuestionándote de manera práctica e instantáneamente donde sea que estés leyendo este libro, entenderás que en tus manos no tienes un folleto sencillo, pero real, y su propia guía de referencia para quienes quieran convertirse en líderes en su sector.

¿Cómo convertirse en líder en su industria?
Regla número uno: en la base de todo está la confianza. Y la confianza entre cliente y vendedor, pero tenga la seguridad de que estos son términos genéricos solo para identificar quién es quién, se basa en cuatro factores fundamentales: percepción de preparación técnica, percepción de confiabilidad, percepción de confianza y orientación al cliente.

Regla número dos: es importante poder observarse desde fuera, conocer las fortalezas y las que se deben mejorar, trabajando con perseverancia en ellas. Se llama autoconciencia y es esencial comprender qué habilidades tiene y qué habilidades específicas necesita trabajar para lograr sus objetivos.

Regla número tres: te guste o no, eres tu propio vendedor, así que o aprendes a vender bien o te estás vendiendo al peor postor.

Regla número cuatro: la tecnología es tu amiga. Repitámoslo juntos. Ahora todo está tecnológicamente avanzado. Todo lo que nos rodea y que usamos habitualmente es necesariamente hijo de la tecnología y su imparable avance. Si no acepta la idea de la evolución tecnológica, será muy difícil llegar al punto que se ha propuesto.

Regla número cinco: “Sé rápido como el viento; lento como una planta; agresivo como el fuego; inmóvil como una montaña; impetuoso como el trueno ”. No es mío, por supuesto, y tampoco de los autores del libro, es de Sun Tzu, pero eso es suficiente para hacerte entender que él tenía razón en ese momento y lo sigue teniendo hoy.

Regla número seis: no te olvides de los apéndices, son un auténtico Logbook de tu progreso.

En definitiva, puede parecer una cosa pequeña, pero aunque en tu vida no seas vendedor de quién sabe qué objeto, este libro seguro que tendrá algo para ti y podrá hacerte ganar ese centímetro extra para diferenciarte. de todos los demás competidores.

¡Ver para creer!

 

Articolo di Francesca Tesoro

Traduzione di Sara Trincali

Essere vincenti adesso!

Elisabetta Chiandetti è una donna che ha decisamente rivoluzionato la sua vita. Da sempre interessata alla psicologia e al voler aiutare gli altri nel migliorare la propria vita, dopo un percorso di ricerca e studio ha deciso di stravolgere la sua esistenza “lasciando” il posto fisso che aveva da più di vent’anni per fare del Coaching la sua vera professione. Nel 2013 partecipa alla prima edizione del MICAP, il Mater Internazionale in Coaching ed Alte Prestazioni, creato e diretto da Roberto Cerè di cui abbiamo scritto recentemente, divenendo prima Real Result Coach e poi Mental Coach.

“Essere vincenti adesso!” è stato pubblicato nel 2014 e in seconda edizione due anni più tardi e fa parte della collana “Se Vuoi Puoi” edita dalla MIND, rappresentando la realizzazione concreta di un obiettivo nell’ambito del Coaching e del programma MICAP, fornendo ai lettori la più ricca e articolata “biblioteca della motivazione” disponibile in Italia.

Il libro che vi stiamo presentando oggi, è un condensato di riflessioni che ci aiutano a cambiare il nostro modo di pensare, riconoscendo i limiti che ognuno di noi si pone – anche e soprattutto inconsciamente – per sostituirli con convinzioni potenzianti che sono necessarie per modificare il nostro modo di pensare e, quindi, di agire.

Ciò che ognuno di noi, tanto in ambito personale quanto professionale, è bene che comprenda è quanto siamo frutto dei nostri pensieri. Infatti, ciò che pensiamo determina il nostro essere, il nostro percorso e la nostra modalità di azione-reazione a tutto quello che ci circonda e che ci impegna, ogni giorno.
Oggi, più che in ogni altro periodo storico, tutti – indifferentemente! – ci muoviamo come automi, compiendo azioni in modo meccanico, senza pensare e riflettere, senza riuscire mai realmente a comprendere di cosa abbiamo bisogno veramente, dimenticando di considerare le conseguenze che derivano dalle nostre azioni od omissioni, incastrandoci spesso in meccanismi che ci bloccano e ci fanno scadere nella lamentela dei risultati che otteniamo o non, inconsapevoli che i veri creatori della nostra realtà, siamo noi.
La maggiorparte delle nostre convinzioni si calcificano in noi divenendo verità assolute e rendendoci inamovibili, andando a creare inconsciamente tutti i presupposti per autosabotarci.

Leggendo questo testo scritto con il cuore oltre che con la testa, troveremo una serie di tecniche ed abitudini da usare quotidianamente ed in grado di rivoluzionare il nostro modo di essere, migliorando il nostro potenziale e la qualità del nostro vivere. Impareremo ad accettarci, a migliorarci, ad apprezzarci, ma soprattutto ad amarci in modo così profondo, da diventare persone nuove, più sicure, più coraggiose, decise e determinate.

Per smettere di fare le stesse cose, sempre nello stesso modo producendo solo i medesimi risultati insoddisfacenti, bisogna necessariamente cambiare il modo di pensare, perchè è dai pensieri che nascono le convinzioni definite “depotenzianti” che si mettono come ostacolo tra noi, i nostri obiettivi e il successo a cui aspiriamo.

Per intraprendere questo percorso di “rinascita” personale prima ancora che professionale, bisogna scolpirsi in testa che siamo noi gli artefici del nostro destino e della nostra vita e, una volta compreso questo “semplice” quanto rivoluzionario assunto, è necessario armarsi di forza di volontà, coraggio, determinazione e tenacia, uscendo dalla nostra zona di confort per cambiare direzione ed impegnarci a costruire la vita migliore per noi, quotidianamente, facendo la differenza, distinguendoci ed imparando la diversità tra perdenti e vincenti.

In fondo, non si diventa vincitori aspettando che magicamente ci arrivino dei super poteri dall’alto, ma decidendo di impegnarsi ad essere vincenti ogni giorno!

Francesca Tesoro

L’arte di vendere: conquistare la fiducia e realizzare grandi risultati

Manuale in formato tascabile e stampato su carta riciclata che già solo per questo conquisterebbe chiunque, il libro che vi presentiamo oggi è “L’arte di vendere: conquistare la fiducia e realizzare grandi risultati”, edito dalla Giunti Editore e curato dalla Change Formazione e Consulenza.
Probabilmente uno dei migliori libri che abbia letto sulla auto-formazione da applicare nel mondo della vendita, non intesa come commercio di prodotti, ma più in generale come l’arte del saper vendere e su come diventare venditori di successo. Questa frase non è frutto di una tortuosa tautologia messa a caso, ma è in realtà ciò che è la realtà (altra tautologia!). In soldoni, ognuno è il venditore di sé stesso, qualsiasi sia il proprio campo professionale e i propri talenti personali. Non riuscirete a darmi torto, dunque, se vi facessi rifletere sul fatto che a livello lavorativo, tanto come liberi professionisti, manager di successo, apprendisti o semplicemente lavoratori dipendenti, ognuno di noi è chiamato ogni giorno a vendere sé stesso nel migliore dei modi per arrivare al proprio – necessario – obiettivo.

“L’arte di vendere”, è un concentrato di buone pratiche e di suggerimenti – mai ovvi – che una volta letti ci renderemo conto di averli considerati talmente tanto come scontati da perdere innumerevoli occasioni e percentuali di successo altissime.
Superati i primi (non) lapalissiani assunti per cui “prospera chi ha avuto la capacità e la tempestività di attuare il cambiamento”, che “vince chi si impegna ogni giorno con profonda autoconsapevolezza a migliorare di un centimentro le proprie capacità e competenze commerciali”, andrà avanti “chi coglie per tempo le grandi opportunità”, la cosa importante che va sottolineata è che in ogni capitolo di questo libro troverete elementi utili per ottimizzare voi stessi, potendo realmente migliorare il vostro modo di lavorare.
Scritto in modo essenziale, veloce, schietto, accattivante e con tavole operative che vi richiameranno direttamente in gioco, interrogandovi in modo pratico e seduta stante in qualsiasi luogo stiate leggendo questo libro, capirete che tra le mani non avete un semplice volumetto, ma una vera e propria guida di riferimento per chi vuole diventare un leader nel proprio settore.

Come diventare un leader nel proprio settore?
Regola numero uno: alla base di tutto c’è la Fiducia. E la fiducia tra cliente e venditore – ma tranquilli che sono termini generici solo per individuare chi è chi – si basa su quattro fattori fondamentali: percezione di praparazione tecnica, percezione di affidabilità, percezione di confidenza e orientamento al cliente.

Regola numero due: è importante sapersi osservare da fuori, conoscere i propri punti di forza e quelli da migliorare, lavorando su questi con perseveranza. Si chiama Autoconsapevolezza ed è fondamentale per capire di quali skill(s) si è in possesso e su quali competenze specifiche bisogna lavorare per raggiungere i propri obiettivi.

Regola numero tre: che vi piaccia o no, voi siete i venditori di voi stessi, perciò,o imparate a vendervi bene o vi starete svendendo al peggior offerente.

Regola numero quattro: la Tecnologia è vostra amica. Ripetiamolo insieme. Ormai è tutto tecnologicamente avanzato. Tutto ciò che ci circonda e che siamo soliti usare è necessariamente figlio della tecnologia e del suo inarrestabile progresso. Se non sposerete l’idea di evolvervi tecnologicamente, sarà molto difficile arrivare al punto che vi siete prefissati.

Regola numero cinque: “Sii veloce come il vento; lento come una pianta; aggressivo come il fuoco; immobile come una montagna; irruento come il tuono”. Non è mia, ovviamente, e neanche degli autori del libro, è di Sun Tzu, ma tanto basta a farvi capire che aveva ragione all’epoca e continua ad averla oggi.

Regola numero sei: non dimenticatevi delle appendici, sono un vero e proprio Diario di Bordo dei vostri progressi.

Insomma, potrà sembrarvi una cosa da poco, ma anche se nella vostra vita non siete dei venditori di chissà quale oggetto, questo libro, avrà sicuramente qualcosa che fa per voi e riuscirà a farvi guadagnare quel centimentro in più per differenziarvi da tutti gli altri concorrenti.

Provare per credere!

Francesca Tesoro

“El factor humano” de Romano Benini y Maurizio Sorcioni

Romano Benini, periodista económico y profesor de políticas laborales, y Maurizio Sorcioni, licenciado en ciencias estadísticas, jefe del área de Estudios e Investigación de Italia Lavoro, nos explican “Porque es el trabajo lo que hace la economía y no al revés”.

Su nuevo libro titulado “El factor humano” publicado por Donzelli, con un lenguaje técnico pero accesible, nos ilumina sobre la crisis económica y sobre las razones que han determinado las dificultades en el mundo del trabajo.

Siguiendo el ejemplo de los datos y fenómenos registrados en Italia y Europa, de los cambios sociales y en particular en el mundo del trabajo, los dos autores han dibujado, con extrema precisión, las fases de la crisis económica que todos, lamentablemente, hemos comenzado a conocer. a partir de 2008.

Su análisis, articulado en los distintos capítulos que componen el volumen, pasa también por las opciones tomadas en materia de reformas que, en comparación con otras realidades europeas, ponen de manifiesto las criticidades de nuestro país.

Quizás te preguntes, ¿por qué en un libro que analiza la crisis económica y las diversas estrategias de los estados europeos se habla del factor humano?

Sencillo, leyendo lo escrito por Benini y Sorcioni, queda claro que los países que han optado por la línea de menores inversiones en formación, innovación, servicios y políticas de trabajo, activación y promoción social, no han sido capaz de contrarrestar la crisis y seguir siendo competitivo.

Países como Alemania y Reino Unido que han invertido en estos factores, en cambio, han logrado contrarrestar los efectos de la crisis, la elevada carga fiscal y el coste laboral, creando no solo las condiciones para una recuperación del empleo, sino logrando metafóricamente para sobrellevar la crisis, sin duda saliendo de ella mejor de lo que habían entrado.

Lo que sí es evidente es que en nuestro país ha (habido) una crisis sistémica y la clave para poder salir de ella depende de la capacidad de Italia para volver a ser un sistema, a través del trabajo y la calidad de la producción de bienes y servicios.

Haber elegido políticas de apoyo temporal en lugar de inversiones estructurales sobre el factor humano en los años más delicados de la crisis financiera, ha provocado ciertamente un retraso en la posibilidad de captar la recuperación y crear las condiciones para el próximo desarrollo.

Benini y Sorcioni nos hacen comprender por qué nuestro país ha perdido el desafío de la calidad del trabajo, el capital humano y la innovación.

Los dos autores explican en su libro lo que concierne al déficit de tecnologías de la información, el retraso de la administración pública, la falta de inversión, la subestimación de la formación continua de capital humano y el funcionamiento del mercado laboral.

De hecho, numerosos estudios han demostrado que estos son los aspectos reales que inciden en el aumento real de la productividad y, en consecuencia, en el desarrollo.

En un sistema como el nuestro, que no está estructuralmente preparado, la crisis de 2008 no ha hecho más que acelerar y favorecer las condiciones de declive ya presentes.

Por el contrario, Alemania, en el mismo período en el que Italia perdía terreno, realizó una impresionante inversión en el factor humano, dejando claro cómo estas mismas inversiones han mejorado su competitividad y la fortaleza de su economía.

En Italia, en cambio, el reto del trabajo se acometió muchos años más tarde que en otros países europeos, eligiendo además medidas e intervenciones que iban en una dirección completamente opuesta. Los hechos históricos de los últimos diez años han demostrado cómo la falta de capacidad para gobernar y la falta de promoción del desarrollo humano son, en definitiva, el problema que impidió a Italia salir de la crisis.

Se habla de la debilidad de la clase política que ha determinado una clara separación entre legislación y política laboral, identificable como una de las causas de los males de nuestra economía. Las reformas con el freno de mano o hechas a la mitad, han acompañado y (quizás) favorecido la crisis laboral italiana, en un panorama donde persiste un sistema de intereses que dificulta el cambio.

Por ello, parece fundamental el análisis de la Ley de Empleo, la reforma del mercado laboral iniciada por el gobierno de Renzi que, partiendo del convencimiento de que el trabajo es el principal factor de crecimiento, capaz de estimular el desarrollo económico, apunta a reducir las desigualdades sociales. .

Se esboza un plan muy ambicioso y original que tiene como objetivo abordar el tema del trabajo en ronda, porque en el pasado las intervenciones sobre el tema han sido demasiadas y fragmentadas, sin poder crear un sistema estructural competitivo capaz de dar respuesta. a los cambios económicos y sociales.

El silogismo que se desprende de estas páginas es que no sería un trabajo que dependa del crecimiento económico sino, a la inversa, un crecimiento económico que dependa de la participación en el trabajo y el acceso a competencias.

Incluso los economistas más autorizados sostienen que es el entorno el que determina las condiciones para el desarrollo, por lo que de alguna manera debemos estar de acuerdo con ellos.

Por tanto, parece claro que la relación entre el factor humano, las vocaciones productivas locales, la calidad del Made in Italy y la capacidad de exportación, son los factores que generan la riqueza italiana, constituyendo su potencial más evidente.

Es igualmente claro que, sin embargo, todavía no hemos sido capaces de comprenderlos plenamente, utilizándolos para superar la crisis.

Superar la crisis significa aprovechar este potencial, combinando la formación profesional, los sistemas locales y la capacidad de innovar.

En definitiva, un libro para leer para entender cuáles fueron los errores del pasado para no volver a cometer en el futuro, con la esperanza de poder recuperar el tiempo perdido y sobre todo potenciar ese “factor humano, un desafío para nuestro país aún en gran parte por ser ganar”.

Articolo di Francesca Tesoro

Traduzione di Sara Trincali

Giovani e TV: cosa è cambiato durante la pandemia

A dicembre 2020 è stato pubblicato il 54esimo rapporto Censis sulla comunicazione di cui abbiamo parlato la settimana scorsa e, appena, il 10 gennaio, l’Agenzia Nazionale Stampa Associata (meglio conosciuta come ANSA), ha diramato un interessante articolo circa le caratteristiche del pubblico televisivo nel 2020, facendo espressamente riferimento a come la pandemia lo abbia modificato, analizzando in particolare le fasce degli spettatori più giovani.


Infatti, nell’arco dell’ultimo anno, il pubblico televisivo è diventanto “più numeroso, più giovane, più colto”, ha riscoperto una dinamica di “visione familiare”, facendo scelte televisive anche in antitesi rispetto le galoppanti tv via internet e a pagamento, merito anche di alcune scelte strategiche di programmazione delle singole reti.
Appare interessante come, dall’analisi dei dati auditel e di share dei programmi consegnati all’etere dalle diverse reti televisive, le percentuali siano decisamente tutte in aumento, tanto per le grandi emittenti nazionali che per quelle minori o, addirittura, locali.
Non solo per il “semplice” fatto di essere confinati nelle proprie case per via delle restrizioni imposte dalla emergenziale situazione sanitaria, gli spettatori hanno ricercato informazione, ma anche intrattenimento, cultura, programmi educativi o musicali e tutto quanto potesse diventare un vero e proprio portale sul resto del mondo nonché di avvicinamento ai propri conviventi.

Mai come prima, si è assistito ad un richiamo davanti agli schermi in modo trasversale della popolazione, anche di quella parte meno incline a seguire la tv rispetto il passato e, nello specifico, in grado di modificare ampiamente i dati percentuali degli ascolti.
Dai dati raccolti e pubblicati, si è notato come l’ascolto medio tra i 4 e i 14 anni è cresciuto del 34,5%, gli adolescenti compresi tra i 15 e i 19 anni hanno fatto registrare un incremento del 39% nell’arco dell’intera giornata e la presenza dei giovani tra i 20 e i 24 anni è schizzata al 49% con una crescita netta del 18,7% rispetto l’anno precedente.
Tralasciando la fascia dei più piccoli per la quale la scelta televisiva è fatta da altri e si attesta su programmi e canali tematicamente dedicati, in via generale, dai preadolescenti ai giovani, è stata ricercata una tv diversa dal solito, fatta di programmi di stampo culturale e di intrattenimento intuitivo ed educativo -tipo quiz e game show- piuttosto che la “solita” tv reputata spazzatura, crescendo in maniera quasi esponenziale per i giovani più adulti l’interesse verso i notiziari e i talk show di attualità diramati dalle reti per essere costantemente informati.

Eclatanti sono i dati di quei programmi considerati “speciali” come il discorso di fine anno del Presidente Mattarella che è stato il più seguito in assoluto da quando nel 1986 è stato istituito l’auditel, tenendo incollati davanti alla tv 15 milioni e 272 mila italiani con uno share del 60% o, addirittura, lo storico momento di preghiera di Papa Francesco del 27 marzo, celebrato sul sagrato della Basilica di San Pietro con la piazza vuota sotto una pioggia incessante e che ha richiamato in orario preserale 17 milioni e 400mila spettatori con uno share del 64,6%. Anche i rituali discorsi del Premier Conte relativi alle nuove misure di volta in volta comunicate alla nazione, vuoi per interesse o per curiosità, hanno sempre interessato larghissime fasce di popolazione non assestandosi mai sotto i 5 milioni di spettatori, nonostante le ore tarde di trasmissione, richiamando larghe fette di giovani adulti.

In tutti questi casi è stato stimato che i giovani in età compresa tra i 15 e i 25 anni erano ben oltre il 35% in più rispetto trasmissioni similari per grande impatto mediatico precedenti e, per assurdo, sono stati in almeno due casi specifici -il discorso di Mattarella e la preghiera del Papa- più che doppiati i dati di audience di programmi televisivi iconici e storici del nostro paese o di quelli storicamente più eclatanti degli ultimi due decenni – si pensi all’attentato delle Torri Gemelle di New york del 2001 che non scavallò il 13,7% di share e i due milioni di spettatori -.
Insomma, per quanto la pandemia abbia modificato molti aspetti delle nostre vite non necessariamente in positivo, almeno, i giovani si sono interessati maggiormente e in modo più critico a ciò che volevano vedere e non è un dato di poco conto.

Francesca Tesoro

Rapporto Censis sulla Comunicazione 2020: un sistema sempre più “liquido”

Il 54° rapporto Censis sulla Comunicazione e sui Media relativo all’anno 2020 è stato pubblicato nel mese di dicembre e ha fotografato una situazione definita dallo stesso Ente sempre più “liquida”.

Ma cosa si intende esattamente con questo termine?
Per quanto riguarda la fruizione della televisione, i “consumi” degli Italiani sono abbastanza stabili, ma si assiste sempre di più a una combinazione tra i cosiddetti palinsesti “personali” con quella che è una programmazione più lineare. L’utenza della Tv satellitare è stabile, mentre si è registrata una leggera flessione, del 2,5%, per quanto riguarda la televisione tradizionale e una crescita piuttosto significativa della Tv via internet e della Mobile Tv, dato probabilmente influenzato anche dal lockdown.

La radio rimane stabile e continua a riscontrare il consenso della gran parte del pubblico italiano, tra tecnologie all’avanguardia e tradizione. Tuttavia, è l’autoradio a tenere sempre maggior compagnia, rispetto a quella ascoltata in casa. Ma a crescere sensibilmente è il bacino d’utenza delle trasmissioni radio ascoltate via Internet, attraverso PC o App su smartphone.
L’utenza Internet aumenta di circa un punto percentuale, segno, probabilmente, di una maggiore necessità di rimanere sempre “connessi”, visti i periodi di isolamento causati dall’emergenza sanitaria mondiale. In particolare, gli Italiani che usano gli smartphone passano dal 73% a quasi il 76%, segnando la maggior crescita in assoluto.


A rimanere imprigionate in una crisi che sembra senza fine sono, come sempre, l’editoria e la carta stampata. I quotidiani restano pressoché stabili, ma neppure le edizioni online dei giornali riescono a crescere, destando l’interesse dei lettori. Anche i settimanali, inclusi quelli online, registrano una leggera flessione del gradimento.

Gli aggregatori di notizie online e i portali Web d’informazione sono consultati dal 51,6% degli Italiani, con una crescita del 5,5% rispetto all’anno precedente.
Anche i lettori di libri in Italia continuano a ridursi, anno dopo anno. Se nel 2007 il 59,4% degli Italiani aveva letto almeno un libro nel corso dell’anno, nel 2019 il dato è sceso al 41,9%. Unica nota positiva è che, al momento, la caduta sembra essersi fermata, visto che il dato risulta stabile rispetto all’anno precedente (-0,1%). Tuttavia, neppure gli e-book (letti solo dall’8,5% degli Italiani, con una variazione nulla in un anno) hanno compensato la riduzione dei lettori.
La spesa delle famiglie italiane per i consumi mediatici nell’ultimo decennio, nonostante la crisi, si è quasi quadruplicata, in particolare per quanto riguarda gli smartphone e tutto il loro indotto. La spesa per libri e giornali ha subito, invece, un vero e proprio crollo nel decennio (-37,8%), che però si è arrestato nell’ultimo anno, quando c’è stato, invece, un rialzo del 2,5%.

Gli Italiani sembrano ancorati a quelli che si definiscono i “valori di una volta”, continuando a identificarsi, in primo luogo, nella famiglia. Tuttavia, si lasciano sempre più sedurre da “vite virtuali”, considerando sempre più importanti tutti i Social Network. Da WhatsApp, a YouTube, passando per Facebook e Instagram, ciascun portale ha avuto un incremento significativo degli utenti. La principale motivazione, a detta degli Italiani, è sempre la possibilità di essere e rimanere in contatto con persone lontane, comunicando con maggiore facilità. Oltre a ciò, i Social Network sono fonte di informazioni, permettono di coltivare interessi e tengono molta compagnia.

Alessandra Rinaldi