Augustus “Auggie” Pullman è un bambino di dieci anni che non è mai andato a scuola, istruito e protetto amorevolmente dalla sua famiglia. Ma all’alba della prima media lo aspetta una scelta ardita spinto dall’infinito coraggio dei genitori: andare in una scuola vera, con bambini reali, come un bambino normale.
Auggie è un bambino senazionale, che adora Halloween e sogna di fare l’astronauta, innamorato della scienza, sempre in compagnia del proprio casco da astronauta che lo protegge dal mondo reale e nasconde agli occhi del mondo la sua Sindrome di Treacher Collins. Supportato dalla famiglia prima e, man mano, dai suoi coetanei che si dimostreranno amici veri o ostacoli crudeli, vivrà l’anno più bello della sua vita (e anche di chi gli sta accanto), facendo del proprio meglio per dimostrare l’autentica grandezza del suo essere un bambino come tutti con un immenso carisma e una profonda forza interiore che gli permetteranno di superare ogni ostacolo.
Wonder, film del 2017 con la regia di Stephen Chbosky e con un cast di tutto rispetto che vede tra i protagonisti Owen Wilson e Julia Roberts, tratto da un romanzo di R.B. Palacio, ha ottenuto una candidatura agli Oscar e una ai BAFTA, nonché tre candidature ai Critics Choice Award.
Pellicola a metà tra il drammatico e il family-film, è un delicatissimo ed emozionante feel-good movie sulla tolleranza e sull’umanità, che ci ricorda di praticare la gentilezza ed accogliere le difficoltà di chi ci sta intorno e di noi stessi, in primis. Con toni gentili, scene sempre lineari e mai – soprattutto – propriamente drammatiche ma riconducibili alla vita di tutti noi, Wonder è la storia corale di tanti piccoli eroi.
Un bambino che desidera solo essere considerato un ragazzino di dieci anni come gli altri, ma con la (diversa) capacità di interrogarsi e interrogarci sul valore che diamo alle relazioni e sul nostro modo di guardare gli altri, in grado di affrontare l’ostinato bullismo scolastico che lo fa sentire e lo considera un diverso, l’intreccio delle prime vere amicizie e lo scontro con i primi nemici, mai veramente tali, che si incrontrano nella vita.
Una madre che, prima, mette in stand-by sé stessa per proteggere ed educare suo figlio, per non farlo mai sentire non all’altezza del mondo e nel mondo che lo aspetta oltre la porta, primo ed unico soggetto di tutte le sue illustrazioni e che, poi, di riflesso al coraggio di Auggie, torna a prendere in mano la propria vita terminando il suo – secondo – più grande progetto della vita.
Un padre perdutamente innamorato di suo figlio che con la sua ironia, riesce sempre a mostrare il lato positivo, ad essere il punto di riferimento di tutta la famiglia e il trampolino di lancio della moglie, di Auggie e sua sorella.
Olivia, prima figlia della coppia e sorella paziente, capace di essere sempre spalla e mai peso, costante raffigurazione di esempio e un manipolo di ragazzini, ognuno con le proprie caratteristiche, che mettono in scena la bellezza e la crudeltà del mondo reale e nel quale viviamo, la capacità di comprendere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato ma, allo stesso tempo, in grado di rappresentare la capacità di fare delle scelte.
E per quanto Auggie sia solo un bambino, interpretato dall’irriconoscibile Jacob Tremblay, racchiude in sé la rappresentazione di tutti i sentimenti che normalmente ci attraversano ogni qual volta ci troviamo di fronte a qualcosa di nuovo o, più comunemente, di fronte ad una difficoltà.
Il terrore di iniziare, il coraggio di lasciare e di lasciarsi andare, il bisogno ancestrale di sentirsi protetti, la capacità di adattarsi e di resistere, la volontà e il desiderio di essere sé stessi senza mai confondersi tra gli altri, la tenacia e la resilienza di andare avanti nonostante tutto, il sacrificio per arrivare alla conquista dei nostri obiettivi, la bellezza di assaporare il successo, nostro e di chi ci sta accanto, in ogni situazione e ad ogni costo.
Auggie è senza dubbio un guerriero che ci insegna come la più grande opera di bene che si può fare, è nel giusto uso della forza e che se non ci piace quello che vediamo, dobbiamo solo cambiare il modo di osservare.
Senza dubbio un film da vedere, insieme, in famiglia, istruttivo, emozionante. Delicatamente incisivo per renderci migliori.
Francesca Tesoro